GREENWASHING, LO SCANDALO DEGLI ALBERI FANTASMA: ENER2CROWD LO AVEVA PREVISTO, MA GLI STRUMENTI PER EVITARE QUESTI “RAGGIRI” CI SONO, A COMINCIARE DALL’«INDICATORE DI SOSTENIBILITÀ» CREATO DALLA SOCIETÀ BENEFIT FONDATA DA SOVICO, MOTTIRONI, PEDOLAZZI E BALDINELLI

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«Lo scandalo si sarebbe potuto facilmente evitare, così invece i furbetti rischiano di gettare nel baratro del Greenwashing tutte le attività di riforestazione» sottolineano i fondatori di Ener2Crowd.com, la prima ed unica piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico, impegnati nel contrastare i fenomeni di ecologismo di facciata sia sul campo (riforestazione) che in ambito finanziario.

 

Sono anni che Ener2Crowd.com si batte per contrastare il preoccupante fenomeno del Greenwashing, prendendo una posizione molto forte anche in relazione agli ultimi Mondiali di Calcio, quando il Qatar aveva promesso che il torneo si sarebbe disputato a zero emissioni di CO2 mentre invece ha generato 3,6 milioni di tonnellate di CO2, 1,5 milioni di tonnellate in più rispetto alla precedente edizione nonostante le roboanti promesse.

Anche sugli “alberi di facciata”, Ener2Crowd.com —la prima ed unica piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico— aveva lanciato l’allarme in occasione del primo GreenVestingForum che si è tenuto a Milano lo scorso ottobre, scendendo in campo sulla specifica questione dei semi.

«Una cosa è piantare un seme ed un’altra cosa è piantare un’albero» sottolinea Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore della società benefit Ener2Crowd nonché Chief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde.

Lo scandalo che è ora scoppiato con la diffusione della delibera 8/2023 della Corte dei Conti si basa proprio su questo: «il Pnrr, come è ovvio, chiede alberi, non semi» ribadisce Giorgio Mottironi.

Da qui al 2024 gli alberi da piantare sono 6,6 milioni e ben 1,65 milioni di alberi sarebbero dovuti essere stati piantati entro il 31 dicembre 2022 nelle nostre città metropolitane: Roma Capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Cagliari, Catania, Messina e Palermo.

Il programma è da 330 milioni di euro finanziato con i fondi del Pnrr che ora si rischiano di perdere, perché i magistrati dubitano sull’effettiva equivalenza tra coltivazione di semi e piantumazione di alberi. Inoltre, in diversi casi non è stato fatto neanche quello: in molte delle 14 città metropolitane interessate non si è andati oltre la fase di pianificazione, come è successo anche a Milano, dove vi è addirittura un problema di spazio e nessun progetto è stato presentato, chiedendo una modifica al bando.

Ener2Crowd.com aveva già sottolineato l’importanza dell’attività di riforestazione per combattere l’inerzia climatica, al fianco di massicci investimenti a favore della transizione energetica e sostenibile, studiando tutti sugli scenari globali di investimento green.

Sulla riforestazione la piattaforma, che è anche una società benefit, investe già molto, ma poi controlla e verifica che gli alberi siano effettivamente piantati, che crescano e siano in buona salute. Altrimenti poi ogni sforzo si vanifica.

«E proprio per questo ci siamo dotati di un comitato etico e per la riforestazione abbiamo scelto un partner di indubbia moralità quale ZeroCo2» mette in evidenza Niccolò Sovico, CEO, ideatore e co-fondatore insieme a Giorgio Mottironi, Sergio Pedolazzi e Paolo Baldinelli della società benefit proprietaria della piattaforma Ener2Crowd.com.

L’impegno, naturalmente, è anche in ambito finanziario, perché non basta piantare alberi per salvare il pianeta. «Il portafoglio di investimento e risparmio green di Ener2Crowd è ad oggi l’unico in grado di garantire la veridicità di impatti ambientali» assicura Niccolò Sovico.

Ener2Crowd ha già sviluppato una tecnologia in grado di monitorare e certificare le riduzioni di emissioni climalteranti che finalmente potrà garantire un mercato dei crediti di carbonio efficace e trasparente. E questa tecnologia è stata presentata con grande successo negli Stati Uniti, grazie ad un’iniziativa dell’Istituto per il Commercio Estero (ICE) sotto l’indirizzo e vigilanza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

A questo, non meno importante nel contrastare i fenomeni di ecologismo di facciata in ambito finanziario, si somma l’Indicatore di Sostenibilità dell’Investimento messo a punto da Ener2Crowd.com per capire se un investimento sia davvero «green» e sostenibile.

La piattaforma è stata anche selezionata dalla Banca d’Italia tra 21 soluzioni inviate da 25 paesi europei per la sfida della finanza green e sostenibile. Il suo Indicatore di Sostenibilità dell’Investimento (ISI) è stato creato ad hoc per consentire a chiunque —anche al piccolo GreenVestor che vuole investire anche soli 100 euro— di valutare in maniera imparziale e trasparente ciascuna proposta, evitando così di mettere il denaro a disposizione di aziende che non sono attente all’ambiente e che fanno anzi Greenwashing, come di fatto accade anche —altro scandalo, forse anche più grave— per i fondi Article 9, un altro Vaso di Pandora.

«Abbiamo infatti potuto scoprire che su 838 fondi azionari “verde scuro” (Article 9) presenti sul mercato europeo, quasi la metà (388) investivano in società attive nei combustibili fossili o nel trasporto aereo, due dei settori che sono maggiormente responsabili del cambiamento climatico e del riscaldamento globale» sintetizza Giorgio Mottironi.

Ener2Crowd.com l’anno scorso aveva puntato l’indice anche su questo ed ora oltre 300 di questi fondi sono stati declassati. A causa del «downgrade», il patrimonio dei fondi Article 9 è quindi sceso di 175 miliardi di euro (-40%). «E ci potremmo aggiungere previsioni al ribasso anche sugli Article 8» conclude Giorgio Mottironi.

 

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